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Tag: scuole di fotografia

INTERVISTA PER LILAC PHOTO MAGAZINE: PERCHE’ FOTOGRAFO PERSONE

LILAC PHOTO MAGAZINE MI HA DATO LA POSSIBILITA’ DI RACCONTARE COME VEDO E VIVO QUESTA PROFESSIONE.. ECCO ALCUNI SPUNTI

 

Identità. Ricerca di risposte. Forse è questo per me la fotografia: l’ossessione di capire il mondo, e il posto che occupo io.

Fino alla laurea ho portato avanti questa ricerca immergendomi nei mondi che trovavo raccontati nei libri, al punto di farli quasi diventare la mia realtà. Terminati gli studi classici, un po’ perché stanca delle parole, un po’ per voglia di iniziare a toccare empiricamente le cose, un po’ per spirito di sopravvivenza, mi sono avvicinata alla fotografia. In silenzio, quasi senza accorgermene, quasi fosse un’evoluzione naturale.

Spirito di sopravvivenza. Ho sempre avuto difficoltà nel guardare le persone negli occhi. Tutte mi sembravano sempre migliori di me. Insicurezza, inadeguatezza e timore mi hanno sempre fatto abbassare lo sguardo per prima. Le parole, lette e scritte al buio, mi davano invece calore, familiarità, ispirazione.

In un momento di vortice, personale e professionale, mi sono ritrovata, sul lavoro (avevo aperto un’agenzia di modelle ed eventi ), ad avere in mano una fotocamera, fino a quel momento solo strumento di gioco, non prendendo mai in considerazione il fatto che potesse essere un lavoro.

Improvvisamente i personaggi dei miei mondi immaginari sono però diventati reali, si sono materializzati davanti alla mia privilegiata, sicura, posizione dietro all’obiettivo: la fotocamera mi regalato la sicurezza di entrare nell’intimità delle persone, senza tuttavia dover svelare nulla di me, obbligandomi comunque a fare un passo fuori dalla mia torre. E i puntini della mia vita si sono uniti: il fascino che visi e sguardi suscitavano in me da piccola, facendomi perdere per ore nel fissarli, cercando di capire cosa ci fosse dietro, ha iniziato ad avere un senso.

Viso dopo viso, occhi dopo occhi, ho iniziato a capire quanto ciascuna persona fosse incredibilmente bella nella propria unica e personale imperfezione. Quanto riempisse il cuore e arricchisse lo spirito ogni volta che qualcuno mi permetteva di sbirciare nel proprio piccolo, strano mondo. Ho iniziato a sentirmi molto egoista, povera, e un po’ vigliacca, nel momento in cui mi sono resa conto che non restituivo il regalo. È stato in quel momento che le parole, dette e scritte, sono tornate nella mia vita, permettendomi di chiudere il cerchio.

Credo che l’unica cosa che metta al riparo dal sentirsi giudicati, mentre ci si svela per cercare di “arrivare” alle persone, sia l’essere totalmente onesti nel mostrarsi. Chi non apprezza quello che vede, semplicemente non si trova sulla nostra stessa lunghezza d’onda, ed è umano che cerchi altri mondi, più vicini al suo.

Fotografo persone: modelle, artisti, uomini e donne.. chiunque abbia qualcosa che vuole mostrare o ricordare. E cerco di mostrare sempre la loro parte più bella e interessante, quello che c’è dietro, quello che, magari per un secondo, hanno deciso di svelarmi.

Insegno: raccontare e trasmettere il modo in cui vedo e vivo la fotografia mi aiuta capirmi di più. Il confronto mi fa crescere e trovo sia un bellissimo modo per ringraziare per quello che già ci è stato rivelato.

Ho imparato che, per portare avanti questa professione in modo sereno e gratificante, non si deve mai perdere di vista la motivazione che ci ha convinti che questa fosse la nostra strada.

Ho imparato che, se non ci si mette in gioco, mettendo la nostra parte più personale in quello che scegliamo di fotografare, e nel come lo fotografiamo, le immagini non saranno mai veramente interessanti.

Ho imparato che chiunque può toccare la sensibilità delle persone se ama quello che fa, se lo sente suo, e trova il suo unico e personale modo di ricercarlo ed esprimerlo.

Ho imparato che io amo osservare.

Ora però le persone le guardo negli occhi, soprattutto prima di prendere in mano la fotocamera.

Grazie mille a Lilac Photo Magazine per avermi dato la possibilità di raccontare qualcosa in più di me. Trovate l’intera intervista qui http://www.lilacphotomagazine.com/manuela-masciadri/

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Insegnare o Trasmettere?

 

Mi capita spesso che mi venga chiesto perché ho deciso di insegnare. Terminerà nei prossimi giorni questa edizione del corso professionale di fotografia di moda alla Shoot Institute, per il quale sono docente titolare.

La verità è che, per quanto mi senta onorata che mi sia costantemente rinnovata questa possibilità, io a considerarmi un'”insegnante” faccio proprio molta fatica. Mi sento ancora così “in progress”, personalmente e professionalmente, che spesso mi chiedo se sono la persona più adatta per trasmettere agli aspiranti fotografi i valori e i concetti necessari per intraprende questa professione. La figura di un “mentore” me la sono sempre immaginata come di un qualcuno ormai “arrivato”, di un guru al quale rubare la formula magica per fare foto meravigliose e diventare ricchi e famosi.

Quello che l’esperienza mi ha però insegnato è che essere un fotografo non è solo imparare a posizionare luci, utilizzare fotocamera e photoshop per fare belle foto (ormai questo lo sanno fare anche moltissimi, bravi, fotoamatori ). Essere un fotografo è una costante ricerca, personale e creativa, di gusto, senso estetico, relazioni personali, comunicatività, sensibilità, espressività, cultura, contenuti e forme. E’ un modo di vivere. E mi auguro davvero che questa ricerca non termini mai: qualora succedesse, e io mi sentissi “arrivata”, credo che cambierei lavoro.

La formula magica in effetti esiste ed è proprio quello che vorrei trasmettere ai miei studenti: trovare il proprio, personalissimo, unico modo per mettere loro stessi nelle proprie foto, per avere la forza di mettersi in gioco, ogni giorno, sia nei giorni “up” che in quelli “down”, mantenendosi costantemente in equilibrio tra la ricerca personale e le fatture, e convivendo con questa altalena nel modo più sereno possibile. E’ vero, spesso puoi cadere, ma alla fine, continuando a  dondolare, spesso arrivi quasi a toccare il cielo.

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