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Alla Ricerca del Sublime: Lorenzo Fonda

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Lorenzo Fonda, cresciuto artisticamente a Bologna, sta vivendo il suo sogno con tenacia e passione a Venice Beach, una delle spiagge più belle del mondo.

Ci ha aperto le porte della sua casa, un mix di sensazioni e idee che ci accolgono in un mondo artistico e creativo di rara intensità

Nello scegliere la perfetta location per il mio shooting ho pensato che il posto migliore per ritrarre un artista sia il luogo nel quale vive e crea.

Un’oretta prima del nostro appuntamento Lorenzo mi chiede di posticipare: “scusami, vorrei sistemare un po’ casa”.

Quando arrivo lui mi fa strada fino al primo piano di un complesso tipicamente californiano, di quelli con gli appartamenti dalle porte sottili che si susseguono su un unico balcone lungo e stretto.

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Entriamo in casa.

Lui è perfetto nella sua camicia a scacchi e i capelli in ordine.

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Il suo mondo creativo invece è un meraviglioso caos di riviste una sopra l’altra, decine di libri d’arte, copertine del New Yorker appese alla parete, mappe geografiche, disegni e frammenti di viaggi e ricordi; ai muri e sul soffitto fogli, idee, disegni e foto come brain-storming per il suo prossimo progetto.

Enormi zaini per terra: non capisco se sia appena tornato da un viaggio o stia per partire.

Tre monitor e, soprattutto, una finestra sono la sua postazione di lavoro.

Mi guarda, consapevole dell’impatto che tutto questo possa avere su un visitatore esterno: “è un casino”, mi dice.

E’ perfetto.

Questo è il suo mondo, la sua essenza.

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Lorenzo Fonda è un regista, un illustratore, un artista che ama utilizzare diversi strumenti per esternare idee e sensazioni.

E’ un artista di quelli che scelgono di vivere sulla Boardwalk, a Venice Beach, perché dalla finestra si può vedere l’oceano.

E perché proprio di fronte a lui si trova uno degli skate park più belli del mondo.

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Lorenzo ha speso buona parte della sua adolescenza solcando centinaia di chilometri tra le vie storiche di Bologna con il suo skate.

Mi spiega che essere uno skateborder, in qualche modo, ha influenzato profondamente il suo essere artista.

Lorenzo scopre fin da ragazzino la sua passione per disegni e video.

Si forma in Italia, prima a Modena e poi alla Fabrica di Treviso, una factory creativa che gli permette di dare forma alle sue idee e realizzarle tecnicamente.

La sua famiglia capisce fin da subito questo suo lato un po’ fuori dagli schemi e decide di appoggiarlo nel suo percorso.

Dopo anni di tentativi, crescita personale, artistica, e una gran tenacia, Lorenzo decide di tentare la fortuna e di volare a New York per mostrare il proprio lavoro ai suoi studi preferiti.

Il viaggio è apparentemente senza esito concreto, ma Lorenzo torna in Italia con tanta voglia di crescere, affinare il suo stile e maturare come artista.

Dopo un anno riceve due telefonate, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, da due agenzie di New York, le stesse nelle quali aveva avuto il colloquio tempo prima: “abbiamo monitorato il tuo lavoro, per noi ora sei pronto”.

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16Lorenzo trascorre un anno con il noto street artist Blu, anche lui cresciuto artisticamente a Bologna, seguendolo in un documentario, “Megunica”, attraverso il centro e il sud del’America (Messico, Guatemala, Nicaragua, Costa Rica e Argentina), per poi imbarcarsi da solo su una nave da carico, la Portland Senator, per attraversare l’Oceano Pacifico, rotta Los Angeles – Shanghai.

Il viaggio dura 17 giorni e Lorenzo decide di raccontarlo in uno short-film.

Se una sera siete a casa da soli, versatevi un bicchiere di vino e guardate “10 cose che ho imparato sul mare”.

Profondo. Spaventoso. Rilassante. Vero.

Dopo quasi 5 anni vissuti a Los Angeles Lorenzo si trasferirà a breve a New York . Alterna i suoi progetti di ricerca personale a lavori commerciali.

Ha collaborato con Nike, MTV, Alfa Romeo, Converse e il National Geographic Channel.

Ha diretto video musicali per band come Scissor Sisters, Metronomy, Bright Eyes, Jamie Woon, Bernhard Fleischmann, For a Minor Reflection e altri.

I suoi video sono ironici, eclettici e sempre ricercati, come se andassero a cercare qualcosa che nella vita solo i bambini possono vedere ma solo le menti libere possono cogliere.

Mi perdo nei suoi racconti, nelle sue prime illustrazioni, nel disegno che Matt Groening (ideatore dei Simpson ) gli ha regalato dopo avergli fatto i complimenti per il suo lavoro, nella storia di come ha trovato un foro di proiettile nel muro della sua stanza e di come, vivendo in una California senza inverno, gli sembra, in qualche modo, di vivere in vacanza da quattro anni. Mi perdo nel cercare di fargli togliere una grossa maschera che si è messo sul viso quando ho iniziato a fotografarlo, spiegandomi che tanto si sente a suo agio dietro all’obiettivo, quanto invece no dall’altro lato, e mi rendo conto che il sole sta tramontando, ed io voglio assolutamente fotografarlo anche allo skate park sulla spiaggia.

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Scendiamo le scale e siamo subito davanti a questa immensa struttura di ferro, possente ma dalle curve morbide, tra palme, sabbia e uno degli abituali-da togliere il fiato tramonti di Los Angeles.

Lorenzo ama gli spazi isolati e silenziosi ed io, fino a questo momento, non avevo capito la sua scelta di vivere in uno dei luoghi più turistici del mondo.

In realtà c’è una strana quiete in tutto questo caos e nel rumore delle ruote dello skate sull’asfalto, tanto che, se si vuole, permette di osservare senza essere visti.

Lorenzo preferisce godersi in silenzio il tramonto. E io scatto il suo miglior ritratto che possa realizzare.

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